...... : Natura in Campo > Paesaggio agrario del Lazio

Paesaggio agrario nelle aree protette del Lazio


Uomo, terra e paesaggio: storie intrecciate.

Il paesaggio è la forma visibile del vivere e dell'operare dell'uomo nel territorio.
    La storia antica della Terra, e la storia più giovane dell'agricoltura, hanno disegnato insieme i diversi paesaggi agrari, un patrimonio ambientale che il sistema delle aree naturali protette del Lazio ha l'obiettivo di tutelare. Ogni area protetta è caratterizzata da ambienti naturali diversi e da storie di insediamento umano differenti.    
    L'incontro tra uomo e ambiente ha così determinato la nascita di paesaggi diversificati e identificativi dei singoli parchi.

Le grandi rivoluzioni del paesaggio agrario.

Il paesaggio agrario attuale è il risultato di millenni di storia rurale che ha seguito nel tempo la storia del progresso umano, economico e sociale. Come sempre nella storia dell' uomo e della terra, le trasformazioni del paesaggio sono avvenute con lente modifiche ma anche attraverso vere e proprie "rivoluzioni",.

I secolo

    Con il sistema delle villae rusticae romanae, il paesaggio agricolo conquista territori dominati fino ad allora dagli ambienti naturali e selvaggi. Insieme alla realizzazione delle ville, vere e proprie aziende agricole, comincia il disboscamento per la preparazione dei campi coltivati.

X secolo

    Dopo la caduta dell'Impero Romano e le invasioni barbariche, le coltivazioni vengono abbandonate riportando dovunque un ambiente naturale dove si esercita l'allevamento brado e la caccia. Si deve attendere l'opera dei Benedettini che, nell'anno mille, ricominciano a bonificare e a coltivare. "Ora et labora", "Cruce et aratro": con queste regole fondamentali di vita religiosa il lavoro dei monaci, nei secoli, modifica gran parte dei paesaggi italiani.

XX secolo
   
Le pianure costiere, nate dal continuo dinamismo tra mare e terra e costituite da ambienti naturali ricchi di stagni, lagune e foreste, sono oggetto di interventi di bonifica in tutto il paese.
    Queste grandi opere idrauliche, soluzioni sanitarie contro la malaria e laboratori di dinamiche sociali, danno vita a spostamenti di popolazioni dal nord verso le aree centro­meridionali, trasformando luoghi di pascolo per greggi e mandrie di bufale , in un dise­gno ordinato di campi, canali, casali e centri aziendali per un' agricoltura moderna e meccanizzata.

Si racconta di uomini, di borghi, di torri e antichi casali.

Non si può parlare di un'unica realtà rurale per tutto il territorio regionale, ma di molte realtà contadine fortemente differenziate, anche se limitrofe, per sistema di produzione, forme di insediamento abitativo, ordinamento culturale, ampiezza e tipologia delle aziende agricole, struttura del lavoro.
    Il borgo inerpicato, "appollaiato sui cocuzzoli montani", nasce agli inizi del Medioevo e rappresenta un sistema di difesa dapprima contro la malaria e le scorrerie dei saraceni e poi, in epoca più recente, contro i briganti.
    Nelle zone collinari, separate dai fondovalle spesso impaludati prima degli interventi di bonifica, la torre rappresenta il presidio delle limitate attività rurali e un sistema difensivo contro le scorrerie.

    Il podere e il casale isolato testimoniano quel particolare tipo di rapporto già in uso nel 1500, detto di mezzadria, che lega il contadino e il proprietario della terra in forza di uno scambio tra lavoro del nucleo familiare e prodotti agricoli. Tale rapporto garantiva al proprietario il vantaggio derivante dai miglioramenti fondiari apportati dal mezzadro.

Uomini e armenti

    L'allevamento delle pecore e il paesaggio del pascolo è stato spesso, e lo è ancora in molti territori, in antitesi con il campo coltivato. Ma il pascolo, gli spostamenti di greggi e armenti, la produzione della ricotta e dei formaggi, con le loro immagini suggestive, appartengono in modo indiscutibile al mondo rurale.
    L'uomo e l'animale costituiscono un binomio antichissimo che ancora caratterizza ampie zone delle aree protette del Lazio: come il buttero a cavallo di Canale Monterano, i pastori di Decima Malafede o i taglia­boschi dei Lucretili.

La transumanza {trans- al di là, humus- terra}

Era il viaggio che consentiva alle greggi di raggiungere, nel periodo estivo, i pascoli di alta montagna, particolarmente ricchi quando le piane diventavano aride e afose. Ora le vie della transumanza moderna corrono sull'asfalto o sul mare, e le greggi sarde e abruzzesi pascolano nei parchi laziali dell' Appennino centrale.

Coltivare sui vulcani, in montagna , in pianura.

    Le fertili pendici dei coni vulcanici, che in ogni epoca e in ogni continente hanno consentito all'uomo di seminare e raccogliere una gran quantità di pro­dotti, sono adatte per le coltivazioni arboree specializzate e intensive quali vite, olivo e nocciolo. Sulle colline formate dai prodotti esplosivi del vulcano, il paesaggio agricolo si apre con vedute ampie ed estese, tipiche delle grandi proprietà agricole coltivate a grano o lasciate a pascolo.
    In origine, le formazioni carbonatiche appenniniche erano ricoperte da fitti boschi. L'azione dell'uomo, che con progressivi disboscamenti ha diradato questi ambienti, ha permesso la formazione di campi aperti, ora utilizzati come pascolo o per colture specializzate. Il paesaggio delle pianure interne e degli ampi fondovalle si è formato sui depositi alluvionali, materiali erosi dall'acqua e trasportati da fiumi e torrenti. L'agricoltura in questi luoghi è stata possibile solo dopo interventi di bonifica e sistemazione idraulica che si sono succeduti in più di duemila anni. In tali terreni, inizialmente destinati a grano, farro ed erbai, con l'avvento dell' irrigazione si sono affermate le colture del mais e degli ortaggi in pieno campo.

Agricoltura in città.

Una forma inconsueta di paesaggio agricolo è quello che si può osservare nei parchi di Roma. La crescita della città ha lasciato all'interno del suo tessuto zone agricole che sono ora incorniciate da quartieri e complessi residenziali moderni. Sono così rimasti frammenti spesso integri di mondo agricolo, a due passi dalla frenetica vita urbana.



Su

Montagne della Duchessa << Home