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Parchi naturali


La storia delle aree protette italiane inizia tra il 1922 e il 1923 con la nascita del Parchi Nazionali del Gran Paradiso e del Parco Nazionale D'Abruzzo, che prendono il posto delle più grandi riserve di caccia di Casa Savoia. Le prime regioni interessate sono quindi il Piemonte, la Valle D'Aosta e l' Abruzzo. Il Lazio entra in questa storia poco dopo con il primo ampliamento del Parco Nazionale D'Abruzzo. Nata nel 1922 nei territori di Civitella Alfedena, Pescasseroli ed Opi, la prima aree protetta dell'Appennino viene allargata un anno dopo nei territori di Alvito, Campoli appennino e Settefrati, tutti piccoli centri del versante ciociaro della catena.
    La seconda tappa della storia delle aree naturali protette del Lazio arriva nel 1934. E' Benito Mussolini, con suggerimento del Senatore Raffaele Bastianelli, a decidere di far risparmiare dalle seghe e dalle asce della bonifica avviata nel 1926 ben 3.500 ettari della Selva Terracina, l'odierna selva del Circeo. Insieme ai laghi costieri e al promontorio, la foresta entra nel nuovo Parco Nazionale del Circeo, la prima aree naturale italiana ad affacciarsi sul mare.
    E' proprio la posizione sul Tirreno, negli anni del dopoguerra, a far si che il Circeo venga investito nella speculazione edilizia, che si abbatte soprattutto sulla splendida costa sabbiosa tra Sabaudia e il promontorio del Circeo. L'invasione di strade, ville, incendi dolosi e doppiette finisce tra il 1971 e il 1973 con l'istituzione delle Riserve Naturali dello Stato della Foresta del Circeo, dei Pantani dell'Inferno, della Piscina di Gattuccia, della Piscina delle Bagnature e delle Provicie di Circe, e con l'eliminazione del bracconaggio. Nel 1978 entrano a far parte del Parco i quattro laghi costieri, nel 1979 è la volta dell' isola di Zannone. Il rilancio del Parco Nazionale d'Abruzzo, avviato nei primi anni Settanta, interessa solo in parte il versante laziale. Nel 1971 nasce la Riserva di Stato delle Saline di Tarquinia.
    Alla fine degli anni settanta anche la neonata Regione Lazio avvia una politica in materia di aree protette. Dopo l'approvazione di una legge-quadro in materia vengono via via istituite: la Riserva Naturale Tevere-Farfa (1979), il Parco Valle del Treja (1982), la Riserva Naturale Lago di Vico (1982), il Parco Monti Simbruini  (1982). Da allora l'elenco si allunga quasi ogni anno.
    Altrettanto importante è la nascita del Parco dei Laghi di Bracciano e Martignano (1999), e quelle delle undici aree in Comune di Roma (Aguzzano, Decima-Malafede, Insugherata, Laurentino-Acqua Acetosa, Marcigliana, Monte Mario, Pineto, Tenuta dei Massimi, Tenuta dell' Aquafredda, Valle dei Casali, Valle dell'Aniene) che vengono affidate all'ente RomaNatura.
    Legge-quadro sulle aree protette, approvata nell'autunno del 1991, permette la nascita di 15 nuovi parchi nazionali ma tocca marginalmente il LAzio, che viene interessato solo (nel 1995) da un lembo del Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga. Dal 1996, alcune aree naturali protette del Lazio (il monte Soratte, la Valle delle Cannuccete, il Monte Catillo, la macchia di Gattaceca) vengono affidate in  gestione alla Provincia di Roma.
    Le oasi del WWF, e aumentano più tardi fino alle attuali 13 unità. A esse, in seguito, si affiancano altre Oasi gestite da Legambiente e dalla Lipu. Nel 1997 nasce la prima Riserva Marina vicina alle coste regionali : è quella di Ventotene e Santo Stefano, estesa su 3299 ettari di mare e su 170 ettari di terra.
    Due anni più tardi, un'altra area protetta marina viene realizzata intorno alle Secche di Tor Paterno, esteso su 1200 ettai, di fronte a Tor Varvajanica: anche quest'area viene affidata in gestione a Romanatura.
    L'elenco delle realizzazioni più recenti include i Monumenti Naturali della Selva (in Comune di Genazzano), del Promontorio della Villa di Tiberio (Cave) e della Mola delle Corte, Settecannelle e Capodacqua (Fondi).
    Tra le aree tutelate (o da tutelare) sul terreno si devono annoverare i Siti d'Importanza Comunitaria (SIC), e le Zone di Protezione Speciale (ZPS), individuate dall' Unione Europea. L'elenco comprende gran parte delle aree naturali protette ma anche comprensori, come Monti Ernici e i Monti della Tolfa, oggi all'esterno dei Parchi e delle Riserve Naturali.

tratto da "Sentieri nei Parchi del Lazio, 2 - I Trekking  - Stefano Ardito -  "

Il mare di Ventotene e i pianori dell'agro romano; le forre tufacee della Valle del Treja e i laghi vulcanici di Bracciano e Martignano, le coste della Riviera di Ulisse e le montagne e i boschi dei Simbruini. Contando ben 68 aree naturali protette, tra parchi e riserve naturali, regionali e nazionali, il Lazio dei Parchi ha ben poco da invidiare per bellezza e varietà a quello più noto delle nostre città d'arte.
Queste aree custodiscono un patrimonio collettivo che conta orsi e lupi, orchidee, coste e fiumi ancora integri, foreste e paesaggi da sogno, beni culturali, tradizioni locali, prodotti tipici della gastronomia e dell'artigianato che rappresentano l'espressione più autentica di questi territori.
Una grande ricchezza ancora troppo poco conosciuta che rappresenta una grande risorsa per lo sviluppo socio economico di questi luoghi. La Parchi Card Lazio intende contribuire a far conoscere di più e meglio al grande pubblico le aree protette del Lazio.
All'interno di questa guida troverete, oltre alle informazioni sui parchi, una selezione di musei e beni culturali, strutture ricettive, ristoranti, negozi di prodotti tipici, botteghe artigiane e servizi turistici che offrono sconti e agevolazioni riservate ai possessori della Parchi Card Lazio.



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